Il VINO NATURALE ufficialmente non esiste, nel senso che non c’è un protocollo che lo disciplina (non può essere scritto in etichetta), e quindi arbitriaramente alcuni produttori hanno utilizzato il termine per definire un modus operandi ed un modus vivendi quanto più rispettoso della natura e del prodotto in genere.
Il Vino Naturale che preferiamo definire “sano” è sostanzialmente un vino che rispetta le seguenti regole:
1) pratica di agricoltura biologica,ossia senza trattamento alcuno di pesticidi e altri prodotti chimici, con una tolleranza minima per lo zolfo ed il rame;
2) vendemmia manuale
3) fermentazione grazie ai lieviti indigeni
4) nessun intervento sui mosti
5) una dose minima di solforosa (non più di 30mg)
E’ in pratica una lavorazione che prevede la totale artigianalità, la presenza costante dell’uomo in vigna, perchè un vino sano lo si fa per il 90% soprattutto con una cura maniacale delle vigne, l’assenza poi di alchimie in cantina (dove vi diranno ” ma senza il lievito selezionato o biologico (ennesima puttanata) la fermentazione non parte!) al fine di produrre vini sani rispettosi della natura e del consumatore.
Ora è curioso che i vini che non rispettano queste semplici regole vengano definiti “convenzionali”, cioè ad uso comune; il linguaggio ancora una volta mistifica e maschera la realtà.
Testo intero in questa fonte (per un pubblico adulto, maturi e consapevole)