Nata in un ospizio per poveri a Saumur, Francia, da una relazione clandestina, la piccola Gabrielle Bonheure Chanel perse la madre ad appena 6 anni e fu quindi spedita in un orfanotrofio dove, a causa della sua povertà, venne maltrattata dalle suore che gestivano la struttura.
Secondo molti, la predilezione della stilista per le linee austere degli abiti ed il frequente uso del bianco e nero si deve proprio a quel periodo.
Fu quando, dopo aver lasciato l’orfanotrofio, si esibì come cantante nei caffè parigini che le fu affibbiato il nomignolo di Coco, derivante dalla canzone Qui qu’a vu Coco? che apriva le sue esibizioni.
La sua fortuna si deve all’accuratezza con la quale sceglieva le sue relazioni e le sue amicizie, tutte facoltose e ben disposte a finanziare i suoi progetti, alla capacità imprenditoriale ed all’innata predisposizione ad uscire fuori dagli schemi.
Quando i nazisti lanciarono la loro invasione dell’Europa, Gabrielle Boner Chanel, meglio conosciuta con il suo soprannome “Coco”, era già una stilista affermata e rispettata.
Divenne famosa per il suo iconico “vestitino nero”, una vera celebrità grazie all’occupazione nazista della Francia.
Chanel decise di seguire il dominio nazista. Divenne l’amante dell’addetto dell’ambasciata tedesca, Hans Gunther von Dinklage, e iniziò a spiare per il Terzo Reich, aiutando con il reclutamento.
Tuttavia, Coco Chanel, l’iconica fondatrice del marchio di lusso, non è solo accusata di fraternizzare con funzionari nazisti di alto livello, ma di aver sfruttato i suoi potenti legami per cacciare i partner commerciali ebrei nella sua azienda. La sua lealtà al partito tedesco non finì qui.
Recenti documenti francesi hanno rivelato che potrebbe anche essere stata l’Agente 7124 (nome in codice: “Westminster”) per l’organizzazione di intelligence nazista, l’Abwehr.
La storia oscura e insidiosa di Chanel con il partito nazista tedesco iniziò nel 1933. Joseph Goebbels , il fidato e leale braccio destro di Hitler, scelse un “addetto segreto” di nome barone Hans Gunther von Dincklage presso l’ambasciata tedesca a Parigi.
Nella vivace metropoli, il bel von Dincklage si incontrava e diventava innamorato di Coco Chanel. I due andarono a vivere insieme, risiedendo per un periodo al Ritz Hotel di Parigi.
Quasi un decennio dopo, nel 1941, Chanel fu arruolato come spia dell’Abwehr al comando del generale Walter Schellenberg.
L’elegante designer si è recato in Spagna con il barone Louis de Vaufreland, la cui responsabilità era di identificare chi poteva essere chiamato a spiare per il Terzo Reich. Chanel si è regolarmente confrontato con la nobiltà britannica, compreso l’ambasciatore britannico in Spagna, fornendo a Vaufreland un’eccellente copertura.
Quando la guerra finì, non inseguirono Coco, ma la elevarono al rango di principale stilista di moda dell’epoca. E non ha perso tempo, impegnata a costruire il suo impero della moda.
Può sembrare strano, ma le voci sul suo legame con i nazisti sono diventate un impulso significativo per la promozione del marchio e gli hanno dato un velo di misticismo e invulnerabilità.