Le origini del cabernet sauvignon non sono certe: alcuni studiosi lo ritengono originario dell’Epiro, ed il nome deriverebbe dal corrispondente guascone Carbonet; secondo altri il cabernet sauvignon sarebbe la vitis caburnica descritta da Plinio il Vecchio nella Naturalis historia, e corrisponderebbe al vitigno (e vino) greco Kapnios. Il nome sauvignon deriva da un’antica parola francese che significa “selvaggio” (sauvage).
Tuttavia test genetici effettuati nel 1996 presso il dipartimento di enologia e viticoltura dell’Università della California a Davis hanno sorprendentemente dimostrato che il cabernet sauvignon è un incrocio (probabilmente avvenuto in maniera spontanea nel XVII sec.) tra il cabernet franc, vitigno a bacca rossa, e il sauvignon blanc, vitigno a bacca bianca.
Oggi viene usato anche per la vinoterapia in quanto sembra avere effetti benefici nel trattamento dell’ipertensione e di problemi ischemici.
In Italia ne esistono molte versioni, sia in purezza che con altri vitigni rossi. Ha grandi capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità pur esprimendo perfettamente anche quelle del terroir.
È in grado di produrre vini intensi già nel colore, ricchi di tannini e sostanze aromatiche, capaci di lungo invecchiamento; grazie alla grande struttura di questo vitigno, si possono osare lunghe macerazioni e affinamento in legno, soprattutto rovere francese, che gli consentono di esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante.
Ha foglia media, pentalobata e dentellata; grappolo medio-piccolo, oblungo, cilindro-piramidale, di buona compattezza, con un’ala spesso evidente; acino di dimensioni medie, quasi rotondo, con buccia molto resistente, blu-nera con sfumature violacee, ricca di pruina. La polpa è astringente, con sapore di viola e sorba. L’epoca di maturazione è medio-tardiva (prima metà di ottobre).
Il cabernet sauvignon è un vitigno a bacca nera originario della Gironda, nelle zone del Médoc e del Graves-Saint-Amant, ed è senz’altro la varietà più duttile al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità.
Questo vitigno è diffuso praticamente in tutti gli areali vitivinicoli, assumendo un ruolo di rilievo anche tra le varietà internazionali.