Quasi il 50% delle donne italiane beve vino anche se la leadership rimane agli uomini. La quota di consumatrici sta crescendo a ritmi più elevati rispetto al passato. Questo secondo lo studio “Il Consumo di Vino al Femminile” curato dall’Osservatorio sul Mondo Agricolo Enpaia-Censis.
Gli operatori del settore si stanno impegnando per identificare la tipologia di queste consumatici di vino, studiando le strategie aziendali di produzione, vendita e marketing per rispondere alle loro esigenze.
Le quote di consumatrici, per classe di età, salvo ultim’ora, sono con età compresa tra 18 e almeno 65 anni, però con % verso un target elevato.
Il passaggio generazionale è connotato dagli stili di vita che contempla una più alta propensione a bere vino, da sole o in compagnia rompendo tabù, vincoli, limiti, che erano nella contemplate nella sfera culturale familiare, ma anche sociale.
Il rapporto indica che una gran parte di donne preferisce i vini frizzanti, poi a seguire gradualmente in ribasso i rossi ed i bianchi fermi, gli spumanti, i rosati, i passiti e liquorosi, gli Champagne.
Le quote percentuali sul gradimento degli spumanti, gli champagne ed i vini biologici si attestano a arità di genere (maschile e femminile).
Le giovani donne preferiscono i vini rosati, gli Champagne e gli spumanti. Rispetto ai coetanei uomini in cui i rosati ed i frizzanti sono considerati meno interessanti.
Le donne adulte preferiscono i rossi fermi ed i frizzanti. Le donne anziane, invece, non mostrano predilezioni particolari tra le varie tipologie di vino, semmai un’attrazione meno alta rispetto alle altre donne per i rosati ed i frizzanti.
La qualità è il fondamento di base per la scelta/acquisto di un vino, ma anche la quantità. Le donne bevono oltre mezzo litro al giorno con quote più bassa tra le giovani rispetto a quelle di oltre 65 anni.
La quantità viene seguita con interesse in quanto le donne non amano gli eccessi sopratutto in quanto consapevoli che, comunque, si tratta di un alcolico che, se bevuto in eccesso, può danneggiare il fegato.
La metà delle donne che beve vino ha già elaborato un codice di consumo orientato consapevolmente alla responsabilità.
Nel rapporto si evidenzia anche quali sono i vini più ricercati/acquistati, risaltando quelli italiani, i Dop ed gli Igp o, anche, per i vini biologici (non esistono) o provenienti da cantine che sono attente alla sostenibilità.
In un nostro sondaggio alle utenti donne, abbiamo verificato che sono culturalmente informate per acquistare i vini di qualità, prodotti e distribuiti secondo rigidi canoni di concreta ed effettiva attenzione alla natura.
Una buona parte di esse si intendono di vini, ritenendo (senza essere sommelier) nel essere in grado di distinguerli, sceglierli e valutarli, anche di eventualmente consigliarli ad altri.