Il vigneto urbano adiacente al Giardino dell’Iris, al Piazzale Michelangelo, è un terreno esposto a nord-est, gestito da una nota azienda agricola femminile.
Si tratta di un progetto ambizioso, la cui idea proviene dal Clos Montmartre, sormontato dalla Chiesa del Sacro Cuore a Parigi ed altri vigneti urbani simili.
Vigna Michelangelo è uno dei tanti vigneti urbani, questo si estende sulla collina sovrastante l’Arno, adiacente al Giardino dell’Iris.
Il vigneto offre una vista panoramica che spazia dalla cupola del Brunelleschi ai colli di Fiesole.
Il nome “Vigna Michelangelo” è un omaggio al genio fiorentino che ha immortalato la grazia eterna nel marmo. Qui, tra vitigni toscani come Sangiovese, Colorino, Pugnitello e Foglia Tonda, si coltiva il germoplasma del genere Iris, simbolo di Firenze.
Le settecento barbatelle piantate nel marzo 2024 custodiscono i germoplasmi dei vitigni toscani per eccellenza e portano i nomi di alcuni dei giornalisti più rappresentativi della cultura enoica italiana.
Questa iniziativa simbolica dona a Firenze il pregio di avere una vigna urbana, unendo la città a altre metropoli culturali all’interno della Urban Vineyards Association (Uva). 🍇🌿🍷
Il precursore dei cosiddetti vigneti urbani (non si inventa nulla di nuovo) è Michelangelo Buonarroti che, a suo tempo, aveva acquistato una tenuta nel Chianti, vicino alla torre Nectar Dei divenuta poi Fattoria Nittardi, al confine tra le province di Siena e Firenze.
Tale torre era in origine difensiva, conosciuta già nel 1183 con il nome di “ Nectar Dei ” (Il Nettare di Dio).
Nel XVI secolo la vasta proprietà apparteneva all’artista rinascimentale che, nel 1549, mentre terminava la Cappella Sistina, scriveva al nipote Lionardo: “Preferirei due botti di vino piuttosto che otto camicie”.
In quella stessa occasione Michelangelo inviò a Roma anche il vino Nittardi come “genuino dono al Papa Paolo III”.
Il progetto invece dei vigneti vicini al noto Gardino dell’Iris, si definisce nel essere in grado di valorizzare la biodiversità e contribuire alla sostenibilità urbana.
Per i nostri intenditori esigenti, il Vigneto Michelangelo è composto da 700 viti così suddivise:
300 viti sono di Sangiovese, vitigno principe della Toscana, con cloni scelti nella selezione CCL2000.
150 viti sono di Canaiolo, varietà anch’essa molto coltivata in tutte le zone del Chianti, utilizzata per conferire eleganza e leggerezza al più austero Sangiovese, ma anche per vini d’annata con la pratica del “governo alla toscana”.
100 viti sono di Foglia Tonda, varietà coltivata con successo nella Val d’Orcia e nella Valle dell’Arno, che, abbinata al Sangiovese, conferisce maggiore robustezza al vino e maggiore longevità.
Altre 100 viti sono di Pugnitello, una varietà che sta dando risultati interessanti in Toscana, e che deve il suo nome alla caratteristica forma del grappolo a forma di piccolo pugno chiuso.
50 vitigni infine sono Colorino del Val d’Arno, detto anche Abrostino o Abrusco. Il nome è dovuto alla sua buccia, intensamente dotata di un colore rosso scuro. In autunno le foglie si colorano di un rosso fuoco e, con striature rosso violacee in prossimità di alcuni nodi, offrono un effetto scenico unico.
Le varietà sono state storicamente scelte tra le varietà toscane più tradizionali, comprese quelle a rischio di estinzione perché poco redditizie, ma di qualità.
Fonte
NOTE VARIE
Il germoplasma è un termine utilizzato in agricoltura e biologia per indicare l’insieme di materiale genetico presente in una specie vegetale o animale. Questo materiale genetico comprende le informazioni ereditarie che determinano le caratteristiche e le proprietà di un organismo.
Nel contesto del vigneto urbano Vigna Michelangelo a Firenze, il germoplasma si riferisce ai germoplasmi dei vitigni toscani come il Sangiovese, il Colorino, il Pugnitello e la Foglia Tonda, che vengono coltivati per preservare e perpetuare le varietà tradizionali di uva e contribuire alla biodiversità viticola.
In breve, il germoplasma rappresenta la ricchezza genetica che caratterizza ogni specie e sottospecie, e la sua conservazione è fondamentale per la diversità e la sostenibilità delle colture. 🌱🍇
La biodiversità viticola si riferisce alla varietà genetica presente nelle piante di vite (Vitis). Questa diversità genetica è fondamentale per la viticoltura e ha un impatto significativo sulla produzione di uva e sulla qualità dei vini. Ecco alcuni punti chiave sulla biodiversità viticola:
Origine e Evoluzione: La vite selvatica è comparsa sulla Terra decine di milioni di anni fa e si è adattata a diversi ambienti con caratteristiche pedoclimatiche diverse. Attraverso un lungo processo di domesticazione, l’uomo ha selezionato genotipi sempre più performanti dal punto di vista produttivo.
Pool Genetico Diversificato: La vite ha generato un pool genetico costituito da numerosi cloni significativamente diversi tra loro. Questo pool comprende varietà tradizionali come il Sangiovese, il Colorino, il Pugnitello e la Foglia Tonda.
Conservazione: È responsabilità della società proteggere e conservare questa immensa diversità genetica. Programmi adeguati di conservazione e promozione delle cultivar minoritarie locali sono essenziali per preservare la biodiversità viticola.
Miglioramento Genetico: La biodiversità viticola è una risorsa fondamentale per il miglioramento genetico della vite. Attraverso l’uso di marcatori molecolari e altre tecnologie genetiche, è possibile sviluppare varietà più resistenti e adattabili alle esigenze del settore vitivinicolo.
In sintesi, la biodiversità viticola contribuisce alla sostenibilità delle colture e alla diversità dei vini, garantendo la resilienza dell’ecosistema viticolo e la continuità delle tradizioni enologiche.