I nuovi progetti sull’Assemblaggio in orbita di specchi solari, per raccogliere energia, sono che una versione perfezionata delle idee sviluppate durante gli anni 70. Non si possono concepire nuove forme di concetti?
Il fisico ed imprenditore John Mankins (che e’ all’origine anche dell’esperimento fatto alle Hawaii) ha immaginato un metodo meno faraonico di costruire un sistema di captazione dell’energia solare.
Il suo progetto si chiama SPS-ALPHA, e’ potrebbe entrare in azione nel 2025. Questo progetto si basa su dei concetti piu’ moderni direttamente derivati dal digitale e dall’ambito della “vita artificiale”: l’autoassemblaggio e il “swarming”, i comportamenti collettivi propri dei sistemi multi-agenti.
La SPS-ALPHA non sarebbe costituita da enormi specchi, ma al contrario di piccoli moduli riflettenti. Che si associerebbero nello spazio per costituire una vasta struttura conica, che assomiglia, come lo sottolinea ironicamente Motherboard, ad un grande bicchiere di Margarita.
Ecco come Mankins descrive il suo progetto nello stesso articolo: “Questo cerca di imitare il metodo con cui gli insetti semi autosufficienti funzionano, come negli alveari o nelle colonie di formiche. Tutto e’ basato sulle ID o dei codici a barre. Ogni elemento sa chi e’ l’altro elemento, come si comporta, e se vuole essere riparato, come per gli alveari, preferisce che lo si lasci tranquillo”.
Inoltre, spiega Paul Gulster in Centauri Dreams, un sistema tale potrebbe essere costruito in maniera progressiva, cominciando molto modestamente con l’invio di piccoli satelliti, fino ad ottenere, alla fine, un sistema completo.
Alcuni rimangono critici sull’efficacia di questi specchi solari, e tra gli scettici, si trova Elon Musk che fa notare le molteplici trasformazioni dell’energia, dell’elettricita’ a micro-onde che da’ prestazioni non buone, per cui na nuova riconversione in elettricita’ farebbe venir meno una gran parte dei vantaggi procurati dallo spaziale solare.
Per finire, New Scientist tratta dei timori sollevati da questo tipo di tecnologia. Tra cui, secondo la rivista, il pericolo di fare arrostire degli uccelli in volo mentre passano in mezzo ai raggi. Il calore sarebbe troppo basso.
Per le stesse ragioni, il fatto di usare questa tecnologia per creare un raggio della morte. Non ci sono preoccupazioni per i sistemi elettronici degli aerei. Ma i passeggeri rischiano di avere dei problemi per accedere al Wi-Fi!
Le Monde – 2016