
Il costo per il vetro cavo utilizzato nelle bottiglie è schizzato a quasi il 60% in poco più di 18 mesi e, siccome tutto questo sembrava essere piuttosto enigmatico, le diverse rappresentanze del mondo vinicolo si sono rivolte all’autorità competente.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom) ha comunicato l’avvio di una istruttoria per presunto cartello, nel settore del vetro cavo. Nel loro sito web si legge:
“L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, grazie ad alcune segnalazioni, una delle quali pervenuta tramite la propria piattaforma di whistleblowing, ha avviato un’istruttoria nei confronti di Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro“.
Le società, secondo l’AGCM, si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale. Questo coordinamento potrebbe essere il risultato di un accordo o di una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore.
I funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle società e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, tra cui Assovetro, l’Associazione Nazionali degli Industriali del Vetro.
L’analisi del Centro Studi Divulga, su un campione di 300 aziende (periodo dicembre 2021 – maggio 2023), sottolineava che il balzo dei costi nel 2022 è stato giustificato dal prezzo per l’elettricità (543 euro per megawattora) e per il gas (233 euro per megawattora), ma la successiva discesa delle quotazioni energetiche non ha avuto però effetti positive sui prezzi del vetro. Da qui è scaturito il dubbio di varie aziende vitivinicole.
Questi costi ed altro, compreso i cambiamenti climatici causati da una natura che si ribella a quanto l’uomo combina, per esempio spruzzando porcherie nei cieli, e non soltanto i consueti scarichi degli aerei che consumano e inquinano, l’Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo.