L’aristocratico toscano che guida l’azienda vinicola di famiglia, fondata 700 anni fa, possiede vigneti presso l’Isola di Gorgona.
Nell’antico borgo di Gorgona, sede di un monastero nel Medioevo, sentieri in pietra conducono a vigneti terrazzati piantati su terreni scistosi e ad un’azienda agricola biologica per la coltivazione di bestiame, ortaggi e latticini.
Gorgona, 22 miglia al largo di Livorno e l’isola più piccola dell’arcipelago toscano, ha la particolarità di essere l’ultima prigione d’Europa, un luogo dove criminali un tempo violenti imparano le abilità agricole prima del rilascio.
In quei vigneti, dal 2012, vengono prodotti vini, pagando uno stipendio standard ad alcuni dei 100 detenuti di Gorgona per coltivarli, raccogliere frutta e fermentare il vino in un piccolo garage di un’azienda vinicola.
Gorgona è un luogo ricercato per trascorrere del tempo. I detenuti segnalati per buona condotta – esclusi quelli condannati per reati sessuali o legati alla mafia – possono chiedere il trasferimento in quell’isola.
L’impero vinicolo dei Frescobaldi comprende 10 tenute toscane, dal Castello Nipozzano nel Chianti a Ornellaia e Masseto di Bolgheri.
Le circa 4.000 bottiglie prodotte in quei vigneti ogni anno vengono poi vendute a quasi 100 dollari l’una.
Gorgona è stata utilizzata come prigione dal 1869. Quasi 30 anni fa, circa 2,5 acri di terrazzamenti abbandonati fronte mare furono ripiantati dai detenuti con le varietà bianche Vermentino e Ansonica e alcuni filari di rossi, Sangiovese e Vermentino Nero.
I vini sono prodotti a “tecnologia zero”, fermentati in botti di legno usate di Castello Pomino senza controllo del clima o lieviti aggiunti.
Il vino, in inverno, viene spedito in botti nella tenuta Rèmole di Frescobaldi, dove viene infine assemblato e imbottigliato.
Il Gorgona Costa Toscana Bianco che ne risulta è una miscela di Vermentino fresca, fruttata e leggermente salata.
Negli ultimi anni Frescobaldi si è ampliato, quasi triplicando i terrazzamenti vitati e aggiungendo una cuvée.