Le indagini sulla prevalenza dell’allergia alimentare forniscono dati vaghi e discordanti a causa di differenze nei criteri di inclusione oltre che nelle metodologie di indagine, definizioni, popolazioni, ecc.. Nei paesi sviluppati, una rilevante percentuale di persone ritiene di soffrire per qualche allergia alimentare, quando in realtà non ne soffre. Poche ricerche epidemiologiche riportano solo le allergie verificate con test di provocazione orale. In modo elusivo, una revisione sistematica delle ricerche sulla epidemologia delle allergie alimentari conclude che “le allergie alimentari incidono sulla popolazione generale più del 1-2% e meno del 10%”.
L’allergia alimentare avrebbe la più alta prevalenza nei primissimi anni di vita. Questa tenderebbe a diminuire con l’età, raggiungendo a 10 anni di età l’incidenza che si riscontra negli adulti. Le variazioni nella prevalenza delle allergie alimentari sono chiaramente correlate all’età e ad alcune aree geografiche con una diversa distribuzione del tipo di sensibilizzazione, anche in relazione alle abitudini alimentari. C’è un sostanziale consenso sul fatto che gli 8 principali alimenti allergizzanti (latte, uovo, arachide, soia, frutta a guscio, crostacei, grano, pesci) siano responsabili di oltre il 90% delle allergie alimentari.
La maggioranza degli oltre 170 diversi allergeni alimentari individuati sensibilizzerebbero meno del 5 per 10000 della popolazione, la soglia per cui nella UE una malattia viene considerata rara.
In Europa sono rilevanti anche le allergia ai molluschi, sedano, lupino, sesamo, senape. Recenti ricerche mostrano nei paesi avanzati un aumento di questa patologia in certi casi triplicata in una decina di anni.
Le reazioni a frutti e vegetali sarebbero in aumento, ma in genere non sono severe. Viene, anche, riportato un aumento dell’allergia ai semi di sesamo, comunemente usato nei prodotti da forno.
In USA le allergie sono al VI posto tra le malattie croniche più frequenti.
Le allergie cutanee sono la tipica manifestazione dell’allergia alimentare e sono la malattia della pelle più frequente nei bambini con meno di 11 anni; queste forme sono aumentate dal 3% degli anni sessanta al 10% degli anni novanta. L’orticaria e l’angioedema che cono le manifestazioni cutanee più comuni delle allergie alimentari e colpiscono circa il 15% della popolazione ogni anno.
Stime della prevalenza delle principali allergie alimentari
negli infanti e negli adulti ( dati USA)
Bambino Adulto
totale allergie alimentari 6 3,7
latte 2,5 0,3
uovo 1,3 0,2
arachide 0,8 0,6
frutta a guscio 0,2 0,5
pesce 0,1 0,4
crostacei e molluschi 0 2,0
grano N.D. N.D.
soia 0,2 N.D.
Legenda: N.D.= non determinato
Infine 100-150 persone ogni anno muoiono negli USA per reazioni anafilattiche causate dall’ingestione di alimenti.
Secondo questi dati pubblicati nel 2010 il problema delle allergie alimentari, specie in età pediatrica, in Italia è molto serio; infatti si stimano:
40 morti per shock anafilattico l’anno;
570.000 allergici < 18 anni;
270.000 allergici tra 0-5 anni;
150.000 allergici tra 10-18 anni;
80.000 allergici alle uova;
40-50.000 allergici a grano, pomodoro, soia, crostacei, frutta e verdura, noci e arachidi,
100.000 bambini devono usare latti ipoallergenici per un costo di 50 milioni di euro ogni anno che grava esclusivamente sulle famiglie;
1.500.000 gli adulti con allergia agli alimenti.
Quali siano le allergie più diffuse dipende dal paese, sia per le diverse abitudini alimentari, sia per una possibile predisposizione genetica. I fattori di rischio includono una storia famigliare di allergia, deficit di vitamina D, l’obesità e alti livelli di pulizia. Le allergie si verificano quando le immunoglobuline E (IgE), che fanno parte del sistema immunitario dell’organismo, si legano alle molecole di cibo. Solitamente il problema risiede in una proteina contenuta nel cibo.
Questa innesca il rilascio di sostanze chimiche infiammatorie come l’istamina. La diagnosi è di solito formulata in base all’analisi della storia medica, con una dieta di eliminazione, attraverso il prick test o con gli esami del sangue per gli anticorpi specifici alimentari IgE.
Una esposizione precoce ai potenziali allergeni può essere una pratica protettiva. Il trattamento comprende principalmente l’evitare l’alimento scatenante la reazione e avere delle istruzioni su cosa fare in caso che si incorra in una esposizione. Queste istruzioni posso includere la consegna di un autoiniettore di epinefrina (adrenalina) e indossare particolari distintivi per il soccorso medico. I vantaggi dell’immunoterapia per le allergie alimentari non sono chiari e quindi, al 2015, non è un approccio raccomandato. Alcuni tipi di allergie alimentari che si presentano durante l’età pediatrica, si risolvono con l’aumentare dell’età, in particolare quelle realtive al latte, alle uova e alla soia; tuttavia più raramente per le altre, come per le noci e i frutti di mare.