Il tarassaco (Taraxacum officinale, Dente di leone) è una pianta della famiglia delle Composite. I fiori hanno un caratteristico colore giallo. Comunissima anche in Italia, la parte usata (droga) è la radice, meglio se raccolta in autunno. Si usano anche le foglie, fatte in insalata, che rappresentano un tipico esempio di alimento che diventa medicamento.
Il tarassaco è un eccellente drenante. Attraverso il drenaggio si eliminano dall’organismo le tossine, sfruttando l’attività degli organi emuntori, reni, pelle, fegato, intestino.
Si sfruttano sia le capacità diuretiche della pianta che quelle coleretiche (aumento della secrezione biliare) e colagoghe (aumento della contrazione della cistifellea). Il risultato finale è un aumento della diuresi, delle secrezioni biliari e delle ghiandole sudoripare e del transito intestinale (la pianta ha anche blande proprietà lassative). Scompaiono senso di fatica e di pesantezza. I due momenti migliori dell’anno per il drenaggio sono inizio primavera e inizio autunno.
Il tarassaco si utilizza in tisana, 1-2 cucchiaini da caffè per tazza lasciando riposare per 15 minuti due volte al giorno. In tintura madre, 50 gocce 3 volte al dì. In capsule, 3 al dì. Per 4-6 settimane.
È controindicato nei casi di occlusione, calcolosi o infiammazione delle vie biliari. Può dare disturbi gastrici da iperacidità.
Il tarassaco è usato da solo ma anche in associazione, generalmente come tintura madre, con altre piante a azione diuretica e disintossicante come carciofo, finocchio, passiflora, betulla. Nell’ipertrofia prostatica si usa in associazione con ortica e uva ursina.