Le Filippine hanno accusato la Cina di usare cianuro per catturare pesci nella contesa Scarborough Shoal. Ciò si aggiunge a una lunga lista di crimini ambientali commessi dalla Cina nel Mar Cinese Meridionale, dalla trasformazione delle barriere coralline contese in isole artificiali attraverso lavori di dragaggio e bonifica dei terreni, alle tecniche di raccolta delle vongole che distruggono intere barriere coralline.
Il dragaggio e l’uso di eliche per raccogliere gusci di vongole giganti – insieme all’aumento della temperatura dell’oceano in tutto il mondo – hanno causato molti più danni alle barriere coralline della regione.
Il Mar Cinese Meridionale è solcato da alcune delle rotte marittime più trafficate al mondo, che collegano la Cina, il Giappone, la Corea e Taiwan con l’oceano Indiano. Per tale motivo assume un ruolo geopolitico di particolare rilievo. Basti considerare che attraverso lo stretto di Malacca, nel 2006, sono transitati circa 15 milioni di barili di petrolio al giorno.
Nei suoi fondali, inoltre, vi sono ricchi giacimenti di petrolio e gas naturale. Secondo l’Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti sono presenti riserve pari a circa 11 miliardi di barili di petrolio, oltre a ingenti quantità di gas naturale.
La Cina è responsabile del 16% del pescato mondiale con le sue 14,8 milioni di tonnellate annue. L’incremento inesorabile del fabbisogno cinese si manifesta con un’aumentata pressione sulle acque del Mar Cinese Meridionale. Il rischio è che uno dei più pescosi mari del mondo si stia indebolendo in modo preoccupante. [1]
Fonti
1 – wikipedia