I golfisti nel mondo sono ben oltre 70 milioni con circa 100mila in Italia. Questo sport è stato vietato alle donne per molti anni della sua storia. Il GOLF è l’acronimo di “Gentlemen Only Ladys Foribdden” (trad. “Solo per uomini, vietato alle donne”). Abbastanza ironico.
In Italia il golf è stato introdotto nel Settecento, dal conte di Albany, a Roma, a Villa Borghese, mentre successivamente un campo fu aperto, sempre a Roma, a Villa Doria Pamphili.
Il golf è uno sport disciplinato da numerose regole, apparentemente complicate: dovendo prevedere varie situazioni di gioco, su cui influiscono morfologia dei campi, situazioni ambientali, materiali a disposizione, tipi di competizione, le regole del golf sono aggiornate e pubblicate con cadenza quadriennale in collaborazione fra i due enti preposti (Governing Body): per l’Europa è The R&A (fino al 2003 era il Royal & Ancient Golf Club of St. Andrews), in Scozia; per gli Stati Uniti e Messico la United States Golf Association (USGA).
I vantaggi assegnati ai giocatori (i cosiddetti handicap) sono invece gestiti dalle federazioni nazionali con criteri locali.
Si tratta probabilmente dell’unico sport in cui ognuno è arbitro di se stesso e quindi onestà e rispetto devono far parte del bagaglio di ogni golfista.
In Italia ci sono numerosi circoli e club di Golf. La maggior parte di questi hanno 18 buche, ma possono presentarne meno o di più.
Dal Sud al Nord, e persino nelle Isole, è possibile giocare ed iscriversi a corsi di allenamento.
“Gioca la palla come si trova, gioca il campo come lo trovi e se non puoi fare l’una o l’altra cosa, fa’ ciò che è giusto. Ma per fare ciò che è giusto, hai bisogno di conoscere le Regole del Golf”[7]. Questo principio di base, sebbene non sia una regola enumerata, si trova dietro la copertina anteriore del libro delle regole del Golf e chiarisce quanto l’importanza di conoscere le regole per un giocatore di golf sia massima, esistono procedure da seguire per non incorrere in penalità o semplicemente per sfruttare a proprio favore determinate situazioni. Ecco perché è richiesto un esame delle regole, da sostenere presso uno dei circoli riconosciuti dalla Federazione.
Durante lo svolgimento delle gare ufficiali, più che dei veri e propri arbitri ci sono degli osservatori. Ogni concorrente è tenuto in pratica ad autocontrollarsi. In caso di controversie ci si appella ad un apposito comitato, il cui scopo principale è quello di far sapere ai giocatori che cosa prevedono le regole nel caso specifico.
La maggior parte delle regole indica come comportarsi nei casi particolari, come per esempio nel caso la palla finisca in un’area di penalità, o finisca fuori dai limiti del campo; ma non mancano regole destinate a scoraggiare il gioco lento, che anzi si vanno man mano inasprendo con l’aumentare del numero di giocatori: ad esempio, giocare una palla “provvisoria” quando è probabile che si sia persa la propria, onde evitare di perdere tempo nella ricerca.
Principalmente si distinguono due tipi di gioco. Nel gioco “a buche” (Match Play), si affrontano due giocatori: si assegna un punto al giocatore che conclude la buca nel minor numero di colpi (tenuto conto dell’handicap e delle penalità) e il vincitore è colui che al termine del percorso ha vinto più buche. Nel gioco “a colpi” (Stroke Play) il vincitore è il concorrente che ha percorso l’intero campo nel minor numero di colpi (sempre tenendo conto dell’handicap e delle penalità).
Ma non è stato sempre così, anzi è molto probabile che i golfisti per almeno 300 anni abbiano giocato praticamente senza regole scritte tanto semplice era il “loro” gioco che si distingueva da altri giochi di “bastoni e palle” solo per il fatto che si dovesse concludere con la palla infilata dentro una buca. L’introduzione delle regole scritte portò un minimo di ordine ma di certo tali regole furono mutuate da altre tra cui con ogni probabilità vi furono quelle di un gioco francese detto jeu de mail.
I tornei dei professionisti si svolgono di solito sulla distanza di quattro giri del campo da 18 buche, ossia 72 buche complessive e solitamente dopo 2 “giri” avviene l’eliminazione di una parte dei concorrenti (“taglio”).
I giocatori vengono suddivisi in gruppi di due o tre, che eseguono i loro colpi a turno, alternando alla partenza il giocatore che ha fatto il miglior risultato nella buca precedente; i gruppi iniziano il percorso uno dopo l’altro, separati da alcuni minuti per permettere alla partenza successiva di non farli raggiungere con il loro primo colpo.
La classifica viene compilata indicando sia il numero dei colpi totali che quelli sotto il par (numeri negativi, esempio (par 72): 71 e -1, 70 e -2 e 69 e -3) o sopra (numeri positivi, esempio (par 72): 73 e +1, 74 e +2, 75 e +3). Vince, ovviamente, chi totalizza il punteggio più basso (numeri negativi); in caso di parità si disputano una o più buche di spareggio ad oltranza, applicando la regola detta della “morte improvvisa” (in inglese = sudden death). Sia per i professionisti sia per i dilettanti esistono comunque numerosi tipi di partite di golf. Fonte: wikipedia.