Nel panorama professionale giornalistico codeste nuove figure definite 2.0, sono ibride o per nulla considerate, questo sino a quando si sono imposte anche prepotentemente nel mondo social virtuale, riuscendo a sfondare nel mondo reale. Ma chi sono, cosa fanno, come campano, questi influencer, blogger e vlogger?
Iniziamo con spiegare, in breve, le varie figure, cioé blogger, vlogger e influencer, tanto per capire chi sono o dovrebbero essere.
Il blogger è il ‘titolare’ di un blog, una specie di ‘diario online’ che può trattare argomenti diversi. I blogger sono degli scrittori e amanti del web, appartenenti a una community specifica che si incontra on e off line. Almeno nel resto del mondo, in particolare negli USA.
Il vlogger è colui che pubblica soltanto video nel blog od utilizza piattafome apposite come quelle ben note che conosciamo.
L’influencer è una figura enigmatica, se così possiamo definirla, ovviamente è una nostra opinione, ovvero fisicamente nel senso lato della parola, s’intende, è o dovrebbe essere capace di condizionare opinioni, sentimenti e scelte, anche d’acquisto, della propria community. Chi sono gli influencer ? Opinion leader, blogger, youtuber, vip, esploratori di nuove tendenze. Queste persone riescono ad avere la fiducia dai follower in quanto considerati autorevoli.
In tutto questo si scontra però la figura del giornalista, cioé colui che, in primis dovrebbe avere la leadership sul mercato dell’informazione, avendo lui l’autorevolezza nel comunicare la realtà dei fatti e, quindi, aiutare le persone (follower) nel scegliere e decidere il meglio e non per moda, ma per bisogno, necessità. Ma si sa…si vive in un mondo di zombie, indi per cui, ben vengano queste nuove figure che riescono a risolvere il problema del momento come l’acquisto, a volte inutile, dell’ultimo smartphone!
La domanda che ci poniamo è la seguente, ma le aziende cosa ne ricavano da questi blogger, vlogger, influencer e vattelappesca chi altri con nomi più o meno complicati ed enigmatici?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni direct manager e marketer, ricevendo, da chi ha snocciolato seriamente e professionalmente l’obiettivo delle vendite dell’azienda di cui fanno parte o ne sono consulenti, una serie di spunti interessanti, anche se vogliamo contrastanti.
Prima di tutto la fiducia nei Blogger ed influencer non è quella che pensiamo, anche se possono dare visibilità a un contenuto, determinandone anche il successo o il fallimento. Infatti, queste figure non sono identificate in un Ordine Professionale, indi per cui non c’è un codice deontologico che possa portare nel dare reale fiducia di una azienda a tale ‘persona’ X o Y, se pur esso è un personaggio del mondo dello spettacolo o di altro settore.
Un problema non indifferente è controllare che l’amplificazione di un brand più o meno noto, ha poi efficacemente una risonanza del messaggio di comunicazione o pubblicitario, anche se l’utilizzo di quel blogger o influencer costa meno di altri metodi classici.
Pertanto ci sono aziende che, per avvalersi di queste nuove tipologie di comunicazione, a costi a volte zero, applicano una dura selezione su molti blogger, influencer, vlogger.
La classifica di utilizzo di queste figure vede in cima, l’America ed a seguire altri paesi, mentre l’Italia è un fanalino di coda ove, per esempio nel settore del ciclismo, abbiamo riscontrato una scarsa professionalità da parte di alcune aziende, volte ad avere ‘comunque’ un risultato di visibilità, senza poi aver la benché minima voglia di verificare i risultati.
In qualsiasi caso, blogger e influencer possono essere coinvolti nel nostro obiettivo di marketing se, effettivamente, possono essere utili agli obiettivi aziendali; altrimenti è preferibile avvalersi del classico canale dell’ufficio stampa virtuale.
ReD