Il futuro prevede un’architettura che agisca insieme allo spazio pubblico in grado di produrre reazioni che diminuiscono l’impatto ambientale e promuovono la rivitalizzazione urbana.
L’idea è che il rinnovamento dell’architettura, in relazione allo spazio pubblico, possa diventare un catalizzatore urbano, in determinate condizioni di progettazione.
I processi di rigenerazione urbana devono considerare l’architettura, che include il patrimonio architettonico , in modo che integrate, possano generare nuove ed accoglienti città a misura d’uomo.
La visione futura dell’architettura promuove uno sviluppo urbano in cui il veicolo privato non è protagonista, ma solo un altro mezzo di trasporto.
L’associazione tra architettura e spazio pubblico, soprattutto aree verdi, consente una mobilità prevalentemente pedonale e ciclistica, e dove mobilità e trasporto pubblico sono organizzati nel perimetro in maniera gerarchica, consentendo un grande cuore verde, tranquillo e sicuro.
A tal proposito abbiamo un importante contributo da parte dell’Archit. Caterina Angela Contu che riportiamo integralmente:
“Oggi più che mai è necessario che “l’Architettura” sia in grado di rispondere ad esigenze prestazionali ed energetiche, attivando una concreta economia circolare, affinché la vera innovazione non riguardi solo il valore estetico e tecnologico, ma garantisca una
riconversione/costruzione dei manufatti attraverso l’uso di materiali locali, che necessita della piena conoscenza dell’uso degli stessi, a garanzia del recupero dei valori identitari territoriali.
Inoltre la vera sfida oggi è riuscire a riconnettere la Natura alle città, ripensando i luoghi che viviamo, attraverso una Progettazione del Verde capace di recuperare il valore ed il ruolo di Rappresentanza, che un tempo era deputata all’Antica Arte dei Giardini.
Attraverso una sapiente conoscenza e composizione del Verde è possibile apportare, agli spazi urbani, non solo benefici bioclimatici ma garantire una riqualificazione degli stessi, trasformando le nostre città in luoghi incantevoli, in cui circondarsi di meravigliosi profumi, colori e in cui poter cogliere i suggestivi cromatismi mutevoli dei cicli stagionali.
In un tempo lontano dal nostro, l’Arte dei Giardini era talmente fiorente che erano proprio i Giardini ad essere luogo di rappresentanza per le ville e i palazzi.
Erano luoghi di delizia e bellezza in cui gli elementi vegetali, scultorei ed architettonici, erano inseriti secondo principi compositivi armonici ed in equilibrio fra loro, capaci di incorniciare angoli da sogno, da percorrere, scoprire ed osservare.
I Giardini dell’antichità erano ideati per sorprendere e per essere luoghi di rappresentanza, con il preciso ruolo, da un lato, di celebrare il prestigio di colui che li possedeva e dall’altro di emozionare l’ospite al suo arrivo, facendolo immergere tra meravigliose fioriture, monumentali fontane e sorprendenti giochi d’acqua.
Recuperare quest’antica Arte significa recuperare un antico prestigio che il nostro paese ha posseduto per secoli e che in epoca Rinascimentale consentì di ideare Giardini magnifici, in seguito copiati dalle più importanti corti europee“.
La nuova architettura mira a diluire la barriera tra attività pubbliche e private, favorendo luoghi in cui si combinano lavoro, strutture e residenza. Luoghi di sinergie, scambi e interconnessioni.
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