La presentazione della Mustang coincise perfettamente con la prima ondata della generazione dei cosiddetti Baby Boomers, cioè di quei giovani nati subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Questi giovani si affacciavano sul mondo del lavoro in un contesto di un’economia forte. A questa generazione nessun costruttore di automobili aveva pensato e pertanto non esistevano modelli di auto indirizzati specificatamente a loro. Fu Iacocca ad identificare questo settore del mercato e a proporre loro una vettura giovane e sofisticata.
La Ford continua a vendere circa 150.000 Mustang all’anno. Molti vedono nei modelli degli anni 1964 – 1973 delle icone dell’automobilismo made in USA, al pari delle Chevrolet full-size degli anni cinquanta o della Corvette.
L’attività di restauro delle Mustang rappresenta, anche per la facilità con la quale si possono reperire le parti di ricambio e per l’amplissima diffusione del modello, un hobby molto popolare.
La prima auto con il marchio Mustang fu introdotta da Ford nel 1964. La società la creò con l’idea di un’auto sportiva giovane, lussuosa ma economica.
Durante il suo pre-lancio, l’auto è stata nominata Cougar e aveva persino un logo con questo animale sui primi modelli. Ma la società ha deciso di cambiare nome. C’erano molte opzioni tra cui scegliere ed alla fine hanno preso il nome da un aereo da caccia, noto come il Mustang P-5.
Il famoso cavallo da corsa è stato progettato da Phil Clark ed è stato solo leggermente modificato nel corso degli anni. Tuttavia anche un’artista dell’acquerello di nome Chuck Huddleston, affermò anni fa, di aver disegnato il logo Ford Mustang.
Nella versione del logo del 1964, il cavallo galoppa più che correre, la testa e il collo sono orizzontali. Successivamente si trasforma in un cavallo corrente che tutti conosciamo oggi.
Il logo Mustang ha anche ispirato più di una mascotte di una sola scuola, come quella per Cal Poly e Mustang High School Broncos.
Fonti
1000marche.net/mustang-logo
bestalternative.reviews/mustang-logo
ford.it/mondo-ford/storia-henry-ford