Un’industria che ha dovuto rivoluzionare la propria condotta commerciale più della maggior parte è quello del settore architettura. Uno dei modi più ovvi in cui Covid-19 ha cambiato il mondo del lavoro per la maggior parte delle industrie, è il divieto di lavoratori non essenziali in qualsiasi spazio di lavoro.
Ciò ha accelerato l’obiettivo di spostare gradualmente gli ambienti degli uffici aziendali verso spazi di lavoro virtuali / basati su cloud.
Questa nozione è entrata per la prima volta nell’equazione all’inizio degli anni 2000, ma allo stato attuale, gli incontri di lavoro e gli affari come al solito vengono condotti da casa, tramite varie piattaforme di collegamento rendendo questo obiettivo una realtà nella nuova era tecnologica.
Gli architetti in particolare, hanno purtroppo subito un duplice effetto con le restrizioni e le normative sulle imprese a causa dello scoppio del Coronavirus. Non solo ha cambiato il modo in cui gli architetti lavorano giorno per giorno, in ufficio e con i clienti, ma ha cambiato anche il modo in cui progettano.
Gli architetti hanno dovuto passare al software di collaborazione per consentire a più persone diverse di lavorare in remoto su un progetto unito, tutto allo stesso tempo.
Invece di progettare sui loro PC e blocchi per schizzi, abbiamo assistito a un importante passaggio ai tablet elettronici che fungono da blocchi per schizzi portatili, dotati di processi di markup e revisione intelligenti che consentono agli architetti di tutto il mondo di simulare le loro apparecchiature per ufficio.
L’impatto emotivo e psicologico che un’epidemia di virus può avere sugli architetti è quello di non poter esprimere appieno lo stile di design nel mondo reale, salvo il contrario.
L’abbiamo visto con il passaggio a zone giorno, cucina e pranzo aperte e con linee più pulite con lo scoppio della tubercolosi nel secolo prima del nostro e puoi stare certo che anche questa pandemia lascerà il segno nel layout della casa.
I dubbi sull’impatto che il Coronavirus ha avuto e continuerà ad avere sui progetti degli architetti restano irrisolti.
Il cambiamento sottile è sapere cosa possiamo aspettarci in termini di progettazione architettonica, a causa del Coronavirus.
Possiamo aspettarci che l’allontanamento sociale diventi un appuntamento fisso nelle nostre vite?
Continueremo a limitare la quantità di persone che possono utilizzare uno spazio in un dato momento?
Esamineremo solo i metodi naturali di ventilazione su base più prolungata ?
Dovremo prevenire e curare il riscaldamento globale, accompagnati dal covid-19 ?
Dovremo creare case con materiali per proteggere la nostra salute, dall’esterno od anche dall’interno?
Ai posteri l’ardua sentenza!